REGGIANE

La costituzione delle Officine Reggiane risale al 1904 circa, grazie ad un contributo a fondo perduto di 50.000 lire della Cassa di Risparmio per chi avesse impiantato a Reggio uno stabilimento industriale. Lo stabilimento prese inizialmente il nome di Officine Righi, i cui soci fondatori erano l’ing. Policarpo Righi di Modena, Giuseppe Menada e Antonio Cuppini.

Giuseppe Menada era il direttore, poi presidente della SAFRE (Società Anonima delle Ferrovie di Reggio Emilia), che gestiva le linee Sassuolo-Guastalla e Bagnolo-Carpi.

Il prof. Odoardo Rombaldi osserva: “punto di partenza e di raccordo fra le Officine Righi pare considerarsi la stessa SAFRE”. L’ing Righi, al momento dell’inaugurazione affermò: “ Questa società è nata per iniziativa del cav. Menada”.

Nel 1905 la società cambiava ragione sociale divenendo Società Anonima Officine Meccaniche Reggiane (OMR), con Giuseppe Menada nominato presidente.

La prima commessa di un certo rilievo venne dalla SAFRE, che ordinò 20 carri chiusi per trasporto di merci e bestiame e 7 carri aperti.

Nel 1906 Menada afferma: “ Le Officine Reggiane hanno modestamente iniziato con la costruzione dei carri scoperti semplici, ….poi sono passate ai carri merci, ai bagagliai,…sono giunte alla costruzione di splendidi vagoni di terza classe e stanno per tentare quelli di seconda classe, per poi procedere, attraverso vagoni di prima classe, alla costruzione delle più perfette vetture”.

Menada e gli altri soci erano consapevoli che in Italia mancava un’organica rete di industrie produttrici di materiale ferroviario e molte commesse andavano all’industria straniera, sviluppata già da decenni in Francia, Germania e Inghilterra.

Nel 1909 le Reggiane iniziarono la costruzione della prima serie di locomotive a vapore, ma essendo l’azienda ancora troppo “giovane “, non vi era ancora la capacità per progettare in proprio i mezzi. La prime serie di quattro locomotive fu pertanto costruita a partire dai disegni di un modello di locomotiva a tre assi che la SAFRE aveva acquistato dalla tedesca Henschel nel 1907.

Per un caso fortuito, dato che la mentalità di preservazione dei pezzi di archeologia industriale è da noi assai recente, sono ancora esistenti un esemplare del modello Henschel originale ( la CCFR 7, oggi funzionante per treni storici e rievocativi presso l’ACT) e una macchina della prima serie delle Reggiane (la CCFR 8, esposta al Museo Ogliari di Ranco in provincia di Varese).

Le locomotive, costruite con perizia, diedero ottima prova, tanto che le Ferrovie dello Stato, tra il 1911 e il 1912, ordinarono alle Reggiane un lotto di 12 locomotive a quattro assi Gr. 895. (una di queste, rappresentata nella foto in basso, era la 895-124, prima macchina costruita per le FS, e quinta unità prodotta dalle Reggiane, monumento in un giardino pubblico a Parma, purtroppo demolita pochi anni or sono causa il deterioramento dovuto a lunghi anni di incuria.

Successivamente venne costruita un’altra serie di 9 locomotive a tre assi, versione ammodernata del primo modello (CCFR 5) e, quando ormai la produzione di macchine a vapore volgeva al termine, una serie di 3 locomotive a quattro assi (FRE 21, 22) per la SAFRE.

Una di queste, la FRE 21, è stata recuperata, nel 1986, presso gli stabilimenti dell’Italiana Coke di Savona, dal gruppo SAFRE (Sodalizio Amici Ferrovie Reggio Emilia) e conservata dall’ACT, presso la quale si è svolto un accurato restauro statico a cura dei volontari del gruppo SAFRE.

Gabriele Savi

Alberto Sgarbi

LA PRODUZIONE DEI ROTABILI:

 

LOCOMOTIVE A VAPORE

LOCOMOTIVE DIESEL

LOCOMOTIVE ELETTRICHE

AUTOMOTRICI ED ELETTROMOTRICI

CARROZZE E CARRI

I REPARTI DI LAVORAZIONE

Sodalizio Amici Ferrovie Reggio Emilia